Lapis and Notes



Lapis and Notes


Post Scriptum:

Welcome.
(To the Jungle).

"Gli svedesi hanno capito quello che la Scavolini ancora no. Ovvero. Che la gente comune ha 40 mt quadri per farci stare un letto, una cucina e un water. E ha sempre sognato la penisola. Poi si è ridimensionata, nel momento in cui ha realizzato un fatto.
Che i sogni si pagano al metro quadro".







venerdì 24 dicembre 2010

Strutturate Megalomanie Natalizie: You're the First, the Last, my Everything

E' questione che mi sento in colpa se non.

Cioè, oggi, Vigilia di Natale, mi sento in dovere di scrivere. Un dovere verso me stessa, sia chiaro.
Come tutti i 24 Dicembre, dai tempi dei tempi, dagli albori della mia comprensione del significato natalizio, sento un senso di Attesa. Mi coglie impraparata al mattino e non mi lascia più fino a Santo Stefano, per tornare poi il 31. Regolare, preciso. Un senso di attesa di qualcosa che non si sa poi bene cosa. Aspettare. To wait for.
Attesa che succeda qualcosa di indefinito, misterioso: le ore, i minuti, i secondi, mi sembrano dilatati per la Vigilia. Tutti in questa giornata - e a Capodanno - guardiamo l'orologio molte più volte, non credete?
Da bambini l'attesa è per la notte, per Babbo Natale. Ma, anche quando scoprirai che Babbo Natale è lo zio panzone che si traveste e che i regali arrivano anche se non hai il camino, questo rassicurante aspettare resta radicato. Ti resta dentro.
Per assicurarti che non passi troppo in fretta, per accertare alla tua esistenza che queste giornate non passino senza essertele attaccate un po' addosso, che non passino senza aver lasciato il segno. Credo che anche l'inventore del Calendario dell' Avvento dovesse soffrire di una qualche forma di ansia e di struggimento da attesa. Io, almeno, parto un po' dopo.

Poi, inevitabilmente, il senso di delusione: perchè Natale passa, come tutti gli anni. Passa come tutto nella ciclicità del tempo. E il solito pensiero: "bè? Già passato?". Non sono serviti i regali, i cenoni, i parcheggi impossibili, i brindisi, gli addobbi e il cotechino a fermarlo un attimo e capire davvero cosa succede in questa giornata. Che per quanto se ne dica, è sempre un po' magica.
Almeno 5 minuti te li dedichi a Natale. A te e ai tuoi pensieri. Non riesci a non farlo. A dov'eri l'altro Natale, a cosa hai fatto: se sei stato buono o uno stronzo infame - perchè tu lo sai sempre, quand'è che sei buono e quando invece sei stronzo, ai "se avessi..." e ai "ma" del caso, alle coincidenze, alle persone che sono entrate nella tua vita - quelle piu' recenti, quelle che ci sono un po' da sempre e quelle che non ci sono più.
E guardi il cielo con occhi diversi in queste giornate di festa, come se qualcuno ti stesse sorvegliando. Come se fosse possibile percepire un attimo di eterno.

Ti rendi conto di come tutto rientri perfettamente nell' Ordine delle Cose.


Bene, dopo questo attacco di stucchevole ed esagerato romanticismo, vado in giro a brindare (che è un po' dissacrante se vuoi, ma è l'unico modo per non farla passare troppo in fretta, questa Vigilia).


       Love for you All.
     (Note: Only today)


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