Lapis and Notes



Lapis and Notes


Post Scriptum:

Welcome.
(To the Jungle).

"Gli svedesi hanno capito quello che la Scavolini ancora no. Ovvero. Che la gente comune ha 40 mt quadri per farci stare un letto, una cucina e un water. E ha sempre sognato la penisola. Poi si è ridimensionata, nel momento in cui ha realizzato un fatto.
Che i sogni si pagano al metro quadro".







giovedì 6 gennaio 2011

In Sospeso. In un punto indefinito di qualcosa di non specificato. (Nè specificabile)

E' inevitabile, come dire. Fermarsi un minuto e osservare.
Il tempo che scorre (sì lo so, dico sempre le stesse cose, ma portate pazienza e assecondatemi, suvvia). Gli amici che fanno un casino apocalittico in casa fino alle 5 di mattina. Le stagioni. Le giornate di sole e anche quelle di pioggia battente. Le chiacchierate in cucina fino a tarda notte. I fiocchi di neve (che, per inciso, vorrei si ricordassero dell'esistenza di un luogo chiamato Val di Fiemme). E volerlo fare a tutti costi. Soffrire di nostalgia. Che ci piace sempre quel filo di masochismo. Ci si sguazza così bene nella merdina dello struggimento. Soprattutto i primi dell'anno. Tipo, intorno al 6 Gennaio, per dire.
L' atmosfera sospesa di queste giornate di festa - che si differenzia da quella natalizia, di attesa - regala una tregua solenne e sacrosanta dal vivere. Dal pane quotidiano. Ossia, dalle corse estenuanti lavoro-spesa-palestra-casa-bicchieredivinoelevato-traffico-dormiresempretroppopococazzo-nuoto-lettura-cinema-telefono-sincronizzazioneiphone-pc-mail-lavareautomotorinocostume (non insieme, s'intende). Stanca solo al pensiero di. E poi, gli aggiornamenti. Io mi sono stancata di aggiornare tutto. I tunes, le applicazioni, il browser, il cellulare. Ogni volta che accendi il pc ti fa aggiornare qualcosa e impieghi mezz'ora solo per aprire il sito delle ferrovie dello stato. Cheppalle.
Non divaghiamo. Dicevo, una tregua. Ecco. Dal dovere. Fare, essere e pensare. Dal programmare. Organizzarti. Ti rendi conto che esistono momenti in cui puoi non fare assolutamente un cazzo e non sentirti in colpa. Grazie, Dio. Anche se è finita l'acqua e sei rimasta in pigiama fino alle otto di sera, che erano secoli che non ti capitava questo lusso. Che non ci sono poi priorità così incombenti, se non fare quello che ti capita, al momento. Una tazza di the.
Hai tempo per contemplare la pila di libri che sono lì pronti per assolvere il loro compito (e stanno per essere classificati nella sezione antica). Ppuoi andare a sgomitare per saldi, come alle donne piace così tremendamente tanto. Chè di sicuro c'hai bisogno di qualcosa. Tipo quel paio di stivali troppo fighi che costano uno stipendio, ma che saranno a metà prezzo. E sarà rimasto un 36. Impraticabile per il tuo piede. Anche se lo proverai lo stesso, ammettilo. (Va bene, ho scarpe di tutti i numeri, ma al 36 non ci sono mai arrivata).

La differenza tra uomo e donna in fatto di acquisti sta in questo esempio: Reparto calzature. Se un uomo ha il 43, compra un 43. Al massimo 43 e mezzo per stare sicuro. Chè ci mette le calze grosse. Se il 43 non c'è l'uomo non si cruccia, prende un modello diverso. Ed è molto soddisfatto.
Se una donna ha un 39, ha già una croce addosso. (Perchè il 39 è già esaurito a inizio stagione, del modello che vuole). Una donna compra COMUNQUE quel modello. Sia esso un 38, un 40. Anche 37 e 41, se proprio meritano. Il range è ampio. Non le lascierà lì, per prenderne un altro ipotetico paio, più comodo ma più brutto. Giammai.
Ed è molto soddifatta, nonostante il viso segnato dal dolore/nonostante ne perderà una al secondo passo.

In queste giornate sospese, puoi scrivere tutti i tuoi cari propositi per l'anno nuovo: intanto inizierei con lo scriverli. Intanto. Come, partecipare attivamente alla vita politica del tuo Paese (per quanto possa servire). Capirla per qualcosa di più del 10%. Sostenere chi ancora suona dal vivo. Tenersi aggiornati su più argomenti possibili. Aggiornare tutti i dispositivi wi-fi in tuo possesso che poi, a non farlo, non funziona più un cazzo. Leggere leggere leggere leggere. Fare sport. Dedicare tempo agli affetti e non alle cose. Investire sugli affetti e non sulle cose. (Anche perchè succede che il Moncler te lo fottono a Capodanno. Meglio portarsi la giacchina a quadrettini con interno in pile delle medie. O il pile color cammello che ti ha regalato quella famosa zia per Natale; sì, proprio quello, quello terrificante). Preparare gli scatoloni per la bancarella al mercatino dell'usato domestico, e non dimenticare di metterci quel gilettino in lurex che non metti dai mondiali '98, ma che ti sembrava così bello, prima di comprarlo. Fantasticare sulle vacanze estive. Perdere meno tempo nei social network (perchè i cinque minuti che vorresti dedicare a facebook diventano due ore? Sempre? Questo fatto necessita di un proposito pensato ad hoc). Tenersi informati su quello che succede (anche se, purtroppo, le notizie riportate dai giornali hanno tagli differenti in base a). Smettere di spendere soldi in scarpe (dopo i saldi, s'intende). Mettere nella wish list una scarpiera. Per redimersi dai peccati commessi nelle vite precedenti guardare almeno una puntata di, nell'ordine: Forum, Porta a Porta, Beautiful, Cento Vetrine, il GF (Ti sarà donata una assoluzione istantanea a qualunque reato commesso, e anche un bonus omaggio per questa vita). Ricordarsi che tutto cio' che diciamo e facciamo ha una ripercussione sul mondo e sulle persone intorno a noi (secondo una legge di cui non ricordo il nome - ma che condivido - di un filosofo di cui non ricordo il nome). Quindi valutare le conseguenze e pensare agli altri, anche. Sviluppare di più quella che la psicologia classica definisce come Empatia. Trascorrere del tempo con le persone che amiamo. Tenere sempre una agenda a portata di mano. E usarla.


Ce ne sarebbero tanti altri, ma mi fermo qui.
Sono banalità, come mi ha detto ieri sera un amico. (In tema di blog). Ergo, ve le risparmio.

Adesso vorrei tornare a quell'ozio sospeso, supremo e adorato che non saprò mai come definire. Ma che vorrei non finisse domenica.

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