Lapis and Notes



Lapis and Notes


Post Scriptum:

Welcome.
(To the Jungle).

"Gli svedesi hanno capito quello che la Scavolini ancora no. Ovvero. Che la gente comune ha 40 mt quadri per farci stare un letto, una cucina e un water. E ha sempre sognato la penisola. Poi si è ridimensionata, nel momento in cui ha realizzato un fatto.
Che i sogni si pagano al metro quadro".







venerdì 25 febbraio 2011

Dicevamo.





Ho trovato la sintesi di quello che scrivevo a proposito del "Se penso".
Sintesi precisa, concisa. Esatta.

giovedì 24 febbraio 2011

Punk VS Horror-Hardcore. (Anyway, Rock).


Essendo sostenitrice delle sfumature, del non troppo eccesso, ecco, mi schiero sulla fascia dei Ramones

Stando al grafico ci sono varietà di cose interessanti che vorrebbero fare, costoro. 
Quali - essere il tuo fidanzato al 21%, - rubare ai ricchi per donare ai poveri (solo al 5%, vabbè, apprezzabile il proposito) al pari di - farsi fare un elettroshock e - sniffare colla. 
Adoro questo loro modo così ponderato di suddividere le necessità.

C'è da dire che per i Misfits la necessità è soltanto una.
Radicale. Senza tanti ma. Ed è un "VOGLIONO". Ben diverso da "VORREBBERO".



Dopo averci riflettuto qualche minuto, non c'è niente da fare.
Continuo ad amare di più i primi. Chè sono una romantica io. 
(E i secondi sono -  se vogliamo sottilizzare - un tantino strong, per me).

Poi c'è che mi resta in testa questa idea fissa: la probabilità del 21% di averne uno come fidanzato.
Che non è poi così trascurabile. Insomma, cioè, uno puo' cominciare a farsi dei viaggi in merito.






Un rumore forte. Presente un bufalo che cade dal terzo piano? Ecco.

E io che mi pensavo.
Mi pensavo che, se penso.

Se penso perdo il filo. Perdo l'attimo. La bellezza. Quel sublime insito nell'accadere delle cose. Di certe improbabili situazioni eccezionalmente irripetibili e uniche. Di certe volte che. Di quelle cose che non c'erano mai state. O che non avevi prestato abbastanza attenzione per vederle. O che non avevi avuto abbastanza coraggio da farle tue.
Se penso mi blocco. C'è quel momento lì, preciso, che non puoi fermarlo. Non puoi restare lì a pensarci su, a dire "no aspetta un attimo che devo fare due valutazioni, che devo capire da che parte si guarda", perchè non ti lascia il tempo. Nemmeno di respirare. Nemmeno di realizzare. Tutto o niente. E' quel confine labile, infinitamente meraviglioso quanto incomprensibile, che separa due azioni opposte: buttarsi a capofitto o retrocedere e cambiare strada. Lasciarsi andare o rinunciare. Senza assolutamente avere idea della posta in gioco, il più delle volte.
Due azioni che potrebbero essere veicoli conduttori di quelli che definiamo comunemente come rimpianto o rimorso. Il rimpianto di non avere fatto, di non averlo vissuto; oppure il rimorso di avere fatto, di averlo vissuto. E accorgersi di avere in un qualche modo sbagliato. In entrambi i casi.
Con una differenza sostanziale: che la vita è fatta di azioni e di emozioni. E' istinto, sensazione, intuizione. Poco attendibile, pertanto. Ma che regala la sensazione di esserci. Ora, qui. Adesso. Il rimorso è indicatore di vita, di averci provato, di aver scritto un po' della tua storia e di avere messo al sicuro un prezioso e unico tesoro nei cassetti etichettati alla voce Ricordi ed Esperienza. Un nuovo solco nel tuo essere.
E' quello il momento. Prima del salto, prima di quel sì o di quel no che decretano la direzione della tua vita tra un istante. Il momento di Adrenalina allo stato puro, quello in cui il cervello va in corto circuito e non è possibile quel "se penso" di cui parlavo. Semplicemente perchè non c'è spazio, non c'è ossigeno.
Per un istante, che sembra appartenere all' eternità.


Sto decidendo se inziare a fare uso di psicofarmaci.
Portate pazienza.
Ci sono soluzioni a tutto.
O, almeno. Spero.




Post Scriptum:
A voler essere proprio precisi una ulteriore soluzione ci sarebbe. Una terza possibilità, come alternativa al tutto-o-niente, al lasciarsi-o-lasciare andare.
Per spiegarmi riporto qui il concetto di Negative Capability che leggevo ieri su un articolo di Michele Neri, "Un anno senza traccia" - la D di Repubblica.

"Essere in grado di fare qualcosa e stare immobili, rimandando il compito di esprimersi. Restare con intelligenza e capacità di visione sulla soglia. Esistere con calma in mezzo a incertezze e turbolenze, rinunciando alla precoce rincorsa dell'aver ragione, di fare quello che sembra necessario".


In fondo, questa terza via è quella che sento più mia.



"Se si prende l'esistenza umana come una condotta stupida basata su motivi relativamente puri (ci siamo?) il problema di cosa sia giusto o sbagliato perde drammaticità. E da lì nasce la memoria."

(Ultimo prato del pomeriggio, H. Murakami)


mercoledì 16 febbraio 2011

Si dimostra facilmente il quoziente di pallosità della TV (ne bastavano anche meno di 61)

Mi tocca ammetterlo.
Anche se mi vergogno.
Pero', dai. Lo ammetto.
Adesso che sono matura posso ammetterlo. Già. Ma sì, dai.
Adesso che ho scoperto Mick Jagger, Jimi Hendrix, Bob Dylan, David Bowie, Iggy Pop e Brian Eno, posso.

Anni '90. Scuole medie.
Tra "Bohemian Rapsody", "Imagine", "Radio Ga-ga" e "Lucy in the Sky with Diamond" ogni tanto ci ho infilato in mezzo - nelle mie playlist artigianali, in musicassette per Walkman Sony -  i Sottotono (ma di questi ho meno rimorsi, chè Fish e Tormento mi sembravano dei gran romanticoni quando cantavano "la mia lady-bird") e alcuni brani di un gruppo - che-adesso-vi-dirò-ma-sto-cercando-di-tergiversare - brani quali "Pray" ed "Everything Chenges".
Ehm, sì.
Loro. Quelli con la Doppia T. Quelli che vengono da Manchester.
Quelli il cui nome si traduce con "Prendilo". Eh. (E qui c'è da appuntare che i Gem Boy non sono poi dei creativi così d'assalto).
Quelli fisicati, tranne uno. Quelli che non sapevano cantare, tranne uno. Quelli che non sapevano nemmeno scrivere i testi delle canzoni, tranne uno. Quelli che pero' un merito glielo devo riconoscere: di aver contribuito all'iniziazione di un onirico e fantasioso immaginario erotico di noi quindicenni di allora.
Mi includo nel discorso - mi pare in un qualche modo doveroso (dopo la raccolta delle figurine, i poster attaccati in classe e la crisi esistenziale per non avere avuto il permesso per andare al concerto. IL concerto. Si parla di roba di vita o morte, eh).
Questo merito, comunque, si è dimostrato poi poco lungimirante, di fatto -  in quanto tutti gay (probabilmente) tranne uno.
(Ma a noi ragazzine ingenue non lo aveva detto nessuno che a Mark Owen sarebbe piaciuto molto di più il nostro compagno di banco in via di sviluppo con il ciuffo ingellato e la voce da transessuale - che la nostra scollaturina appena accennata dovuta a  prima mestruazione imminente).

Comunque.

Questo per dire che.
Rieccoli. 
Pronti a calcare il palco dell'Ariston (immaginatevi che in contemporanea della loro entrata plateale parta la musichetta di "Meteore" - D.Bowie "Starman").

Ah no? Boulevard Nostalgia, cazzo. 

Pure se un tantino invecchiati.
Pur sempre un tantino gay (Mark è sempre un gran figo, comunque. A mio avviso. D'altra parte si sa - i gay spesso sono esemplari sprecati per il mercato di abbordaggio femminile).
Formazione della vecchia guardia.

C'è che però, a me piace ricordarli così.

Quando ancora non avevo un'etica musicale. Quando ancora mi accontentavo di due cori e un balletto a caso.
E soprattutto, quando ancora ero ignara di un fatto: di quanto avrebbe massacrato i coglioni il Festival di SanRemo nella vita di ogni essere umano nato in questo paese contraddittorio. Per 61 anni consecutivi e chissà quanti ancora.




Ai posteri l' ardua sentenza.

giovedì 10 febbraio 2011

Deve essere una giornata critica (Si vede che).

Sono infinite. Non si riescono a contare.
Ne esistono di ogni genere, tipo, musicalità, testo. Italiane, inglesi. E di altre variegate provenienze.
Le avete mai contate, le canzoni che parlano della Domenica? E quante hanno questo nome femminile singolare utilizzato come avverbio di tempo all'interno del titolo?


Una Domenica bestiale - Fabio Concato
Buona Domenica - Antonellone Venditti
Domenica - Lucio Dalla
Domenica lunatica - Vasco
Pittori della Domenica - Paolo Conte
La Domenica delle salme - Fabrizio De Andrè
Sunday Bloody Sunday - U2
Lazing on a Sunday Afternoon - Queen
Sunday Morning - The Velvet Underground
Sunday Morning - Maroon 5
Sunday Morning - No doubt
Sunday Morning - Travis Garland
Sunday Morning call - Oasis
Easy like sunday morning - Faith no more
Gloomy Sunday - Rezso Seress (apice di nichilismo esistenziale: la leggenda vuole che 17 suicidi siano stati collegati a questa canzone - con ritrovamenti di lettere che facevano riferimeto alla stessa).
A Sunday smile - Beirut
Church on Sunday - Green day
Sunday, Monday or Always - Frank Sinatra
Everyday is like Sunday - The Smiths (No, Morrissey. Ti prego. Questo no)
Sunday - D. Bowie
[....]

E, probabilmente, altre due o tre centinaia.


Questo è indice di alcune cose abbastanza chiare:
- la Domenica è un giorno Critico. Nessuno escluso (per non parlare degli arbitri, dei guardalinee e dei giornalisti, poi).
- la Domenica scandisce l'organizzazione della nostra agenda. E del nostro cuore. Alle volte.
- Decide a cosa dedicare la settimana che verrà. Decide a cosa è stata dedicata la settimana appena trascorsa. Una specie di giro di boa. No?
- Ci ricorda - inesorabile - la condizione di umana solitudine. Oltre alla quantità di cazzate fatte, di rimpianti pungenti, di rimorsi fastidiosi e un tantino irreversibili attaccati alla nostra coscienza. 
- Nei casi di nostalgia cronica puo' portare alla Sindrome da Ansia da Domenica Sera - SAD (Personalmente, ne sono affetta dal 1987. Dal primo/secondo giorno di scuola elementare, o giù di lì).
- Come scrivevo qui è portatrice - non sempre sana - di Bilanci Esistenziali. Che c'è da tirare due somme, di domenica. In un qualsiasi altro momento sembra tutto perfettamente sensato, ordinato, inserito nell' Universale Ordine delle Cose.
C'è che la Domenica, poi, manda in vacca tutto. In un niente.






C'è anche questa qui, del nuovo Album di Zucchero, che ho ascoltato sabato sera, per la prima volta. E mi ha colpito dritto dritto. Che dice, alla fine, "che suono fa la Domenica da te?"
Chè ognuno, al proprio paese, ha il suo mondo, soprattutto di Domenica. Il giorno che ha quel preciso suono, riconoscibile solo da chi vi appartiene, da chi ha vissuto in quel luogo, da chi ha sorriso e pianto, lì. Proprio lì.
Un suono personalizzato e solo tuo, come quello che fa il mazzo di chiavi quando stai per lasciare casa tua, o quando stai per ritornare.

Basta, non riesco più a reggere lo stress emotivo.
(Meno male, è solo Giovedì. Ho ancora qualche giornata di respiro).


giovedì 3 febbraio 2011

Maledetta, Stramaledetta Congiunzione.

congiunzione
qualora, nel caso che
2 congiunzione
introduce una proposizione dubitativa
3 congiunzione
introduce una proposizione interrogativa indiretta
4 congiunzione
[antico] così; introduce un'espressione di augurio
5 congiunzione
si
6 congiunzione
ha valore riflessivo e perciò si usa solo quando si riferisce al soggetto della proposizione; si adopera in funzione di complemento oggetto, quando gli si vuol dare speciale rilievo, o di complemento indiretto; si può rafforzare con stesso o medesimo.

I significati della parola "se".
Questa congiunzione che racchiude un mistero, il mistero del possibile, dell'immaginario, di ciò che ancora non c'è ma che potrebbe. 
Serve per fare commenti e dare opinioni sul passato, combinazioni di circostanze che non si sono verificate. Serve per fare ipotesi su cio' che potrebbe accadere, possibilità la cui realizzazione dipende da essa, dal quel fatidico e decisivo "se". In modo imprescindibile e necessario. Urgente. Una sentenza che solo essa decide, con le sue infinite premesse.


Ad esempio:
Se Kipling non avesse mai scritto questa poesia, ora io smetterei, ogni volta, ogni stramaledetta volta che la leggo, di struggermi il cuore.
E, vigliacco cane, se ce n'è una - tra tutte queste volte - che non mi faccia commuovere.




Rudyard Kipling - IF ( Lettera al figlio, 1910 )

IF you can keep your head when all about you
Are losing theirs and blaming it on you,
If you can trust yourself when all men doubt you,
But make allowance for their doubting too;
If you can wait and not be tired by waiting,
Or being lied about, don't deal in lies,
Or being hated, don't give way to hating,
And yet don't look too good, nor talk too wise:
If you can dream - and not make dreams your master;
If you can think - and not make thoughts your aim;
If you can meet with Triumph and Disaster
And treat those two impostors just the same;
If you can bear to hear the truth you've spoken
Twisted by knaves to make a trap for fools,
Or watch the things you gave your life to, broken,
And stoop and build 'em up with worn-out tools:

If you can make one heap of all your winnings
And risk it on one turn of pitch-and-toss,
And lose, and start again at your beginnings
And never breathe a word about your loss;
If you can force your heart and nerve and sinew
And so hold on when there is nothing in you
Except the Will which says to them: 'Hold on!'

If you can talk with crowds and keep your virtue,
Or walk with Kings - nor lose the common touch,
If neither foes nor loving friends can hurt you,
If all men count with you, but none too much;
If you can fill the unforgiving minute
With sixty seconds' worth of distance run,
Yours is the Earth and everything that's in it,
And - which is more - you'll be a Man, my son!


Poi, c'è anche da dire che se pensi, se valuti, se rifeltti, se vivi, se osi, se piangi, se sogni, se reagisci, se lotti, se perseveri, se cerchi delle domande - ancora prima delle risposte, se ti sorprendi - ancora prima di domandarti, se ami, se ci provi - ancora prima di sentirti sconfitto, se desideri - ancora prima di volere.
E' lì che casca l'asino.
E che arriva il bello.





martedì 1 febbraio 2011

Le Volpi Veloci

I Fleet Foxes sono una band di Seattle il cui primo LP – si chiamava Fleet Foxes – fu celebrato nel 2008 come il migliore dell’anno da molte riviste e siti musicali (e arrivò al terzo posto nelle classifiche britanniche di vendita). Il 3 maggio uscirà il loro nuovo Helplessness Blues, di cui intanto è online la title track.

Helplessness Blues