Lapis and Notes



Lapis and Notes


Post Scriptum:

Welcome.
(To the Jungle).

"Gli svedesi hanno capito quello che la Scavolini ancora no. Ovvero. Che la gente comune ha 40 mt quadri per farci stare un letto, una cucina e un water. E ha sempre sognato la penisola. Poi si è ridimensionata, nel momento in cui ha realizzato un fatto.
Che i sogni si pagano al metro quadro".







mercoledì 16 febbraio 2011

Si dimostra facilmente il quoziente di pallosità della TV (ne bastavano anche meno di 61)

Mi tocca ammetterlo.
Anche se mi vergogno.
Pero', dai. Lo ammetto.
Adesso che sono matura posso ammetterlo. Già. Ma sì, dai.
Adesso che ho scoperto Mick Jagger, Jimi Hendrix, Bob Dylan, David Bowie, Iggy Pop e Brian Eno, posso.

Anni '90. Scuole medie.
Tra "Bohemian Rapsody", "Imagine", "Radio Ga-ga" e "Lucy in the Sky with Diamond" ogni tanto ci ho infilato in mezzo - nelle mie playlist artigianali, in musicassette per Walkman Sony -  i Sottotono (ma di questi ho meno rimorsi, chè Fish e Tormento mi sembravano dei gran romanticoni quando cantavano "la mia lady-bird") e alcuni brani di un gruppo - che-adesso-vi-dirò-ma-sto-cercando-di-tergiversare - brani quali "Pray" ed "Everything Chenges".
Ehm, sì.
Loro. Quelli con la Doppia T. Quelli che vengono da Manchester.
Quelli il cui nome si traduce con "Prendilo". Eh. (E qui c'è da appuntare che i Gem Boy non sono poi dei creativi così d'assalto).
Quelli fisicati, tranne uno. Quelli che non sapevano cantare, tranne uno. Quelli che non sapevano nemmeno scrivere i testi delle canzoni, tranne uno. Quelli che pero' un merito glielo devo riconoscere: di aver contribuito all'iniziazione di un onirico e fantasioso immaginario erotico di noi quindicenni di allora.
Mi includo nel discorso - mi pare in un qualche modo doveroso (dopo la raccolta delle figurine, i poster attaccati in classe e la crisi esistenziale per non avere avuto il permesso per andare al concerto. IL concerto. Si parla di roba di vita o morte, eh).
Questo merito, comunque, si è dimostrato poi poco lungimirante, di fatto -  in quanto tutti gay (probabilmente) tranne uno.
(Ma a noi ragazzine ingenue non lo aveva detto nessuno che a Mark Owen sarebbe piaciuto molto di più il nostro compagno di banco in via di sviluppo con il ciuffo ingellato e la voce da transessuale - che la nostra scollaturina appena accennata dovuta a  prima mestruazione imminente).

Comunque.

Questo per dire che.
Rieccoli. 
Pronti a calcare il palco dell'Ariston (immaginatevi che in contemporanea della loro entrata plateale parta la musichetta di "Meteore" - D.Bowie "Starman").

Ah no? Boulevard Nostalgia, cazzo. 

Pure se un tantino invecchiati.
Pur sempre un tantino gay (Mark è sempre un gran figo, comunque. A mio avviso. D'altra parte si sa - i gay spesso sono esemplari sprecati per il mercato di abbordaggio femminile).
Formazione della vecchia guardia.

C'è che però, a me piace ricordarli così.

Quando ancora non avevo un'etica musicale. Quando ancora mi accontentavo di due cori e un balletto a caso.
E soprattutto, quando ancora ero ignara di un fatto: di quanto avrebbe massacrato i coglioni il Festival di SanRemo nella vita di ogni essere umano nato in questo paese contraddittorio. Per 61 anni consecutivi e chissà quanti ancora.




Ai posteri l' ardua sentenza.

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