Lapis and Notes



Lapis and Notes


Post Scriptum:

Welcome.
(To the Jungle).

"Gli svedesi hanno capito quello che la Scavolini ancora no. Ovvero. Che la gente comune ha 40 mt quadri per farci stare un letto, una cucina e un water. E ha sempre sognato la penisola. Poi si è ridimensionata, nel momento in cui ha realizzato un fatto.
Che i sogni si pagano al metro quadro".







martedì 8 marzo 2011

In fondo, sempre piaciuto.

Ho appena finito di leggere "Emmaus" di Alessandro Baricco.

Nonostante le critiche a questo scrittore. Nonostante dicano tante cose su di lui, anche poco lusinghiere. Critiche di scrittore troppo "alla moda", troppo lezioso. Io ho sempre trovato qualcosa di sublime nei suoi libri. Ogni volta. Da quando ho letto "Castelli di Rabbia" nel lontano 1999 (stando a quanto dice il mio archivio librario). Da quando ho letto "Oceanomare", "City". E tutti gli altri.

Tutti i suoi libri hanno qualcosa da annotare.

Emmaus è la storia di quattro ragazzi, Luca, Bobby, il Santo e l'anonimo narratore, che vivono la loro fede nel mondo di oggi affacciandosi all'età adulta tra incertezze, slanci e paure. Sono assidui frequentatori della parrocchia, dediti al volontariato e rispettosi della liturgia cattolica. In questo ambiente tranquillo e, in apparenza, inattaccabile, germoglia e cresce la voglia di trasgredire e di avvicinarsi ai gesti "folli" tipici degli altri giovani. I quattro entrano così in contatto con un mondo diverso dal loro e incontrano Andrea, una ragazza disinibita che sconvolgerà le loro esistenze accompagnandoli alla scoperta del dolore, del sesso e della paura.


“C’è un episodio che amiamo molto, come il nome che porta, Emmaus”. Baricco introduce così, per bocca della voce narrante in prima persona plurale, la storia della prima apparizione di Gesù ai discepoli, raccontata nel Vangelo di Luca (24,13). Dice il Vangelo che due discepoli diretti ad Emmaus incontrano sulla strada un uomo e non riconoscendo in lui il Messia, gli raccontano la storia della crocefissione di Gesù. Solo quando a cena l’uomo spezza il pane, vedono finalmente il Messia ma lui sparisce, lasciandoli con una domanda: “Come abbiamo potuto non capire?”.
In questa domanda c’è l’essenza di tutto il libro. Come abbiamo potuto non capire, si chiede uno dei protagonisti;

" Come abbiamo potuto non sapere, per così tanto tempo, nulla di ciò che era, e tuttavia sederci alla tavola di ogni cosa e persona incontrata sul cammino? Cuori piccoli - li nutriamo di grandi illusioni, e al termine del processo camminiamo come discepoli di Emmaus, ciechi, al fianco di amici e amori che non riconosciamo - fidandoci di un Dio che non sa più di se stesso. Per questo conosciamo l'avvio delle cose e poi ne riceviamo la fine, mancando sempre il loro cuore. Siamo aurora ma epilogo - perenne scoperta tardiva.
Ci sarà forse un gesto che ci fara' capire. Ma per adesso, noi viviamo, tutti."
[...]
" Tuttavia sono stato educato a un'ostinata resistenza , che considera la vita un obbligo nobile, da assolvere in dignità e pienezza. Mi hanno dato forza e carattere, per questo, e l'eredità di ogni loro tristezza, perchè ne facessi tesoro. Quindi mi è chiaro che non moriro' mai - se non in gesti passeggeri e in momenti dimenticabili. Nè dubito che più tagliente di qualsiasi paura si svelerà il mio andare.
E così sarà".







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