Lapis and Notes



Lapis and Notes


Post Scriptum:

Welcome.
(To the Jungle).

"Gli svedesi hanno capito quello che la Scavolini ancora no. Ovvero. Che la gente comune ha 40 mt quadri per farci stare un letto, una cucina e un water. E ha sempre sognato la penisola. Poi si è ridimensionata, nel momento in cui ha realizzato un fatto.
Che i sogni si pagano al metro quadro".







venerdì 30 agosto 2013

Punti Fermi. (L'importanza dei).

1- Ci sono delle cose che riescono facili, anche se ad una certa età non sei più sicuro di quali esse siano.
2 - Portare in valigia le scarpe da corsa e usarle al tramonto, tra i trulli salentini, regala una bella emozione.
3 - Perchè ci hanno dato sguardi così profondi sulla vita, anche quando non vorremmo? Anche quando non sarebbero così necessari a causa del dolore che portano con sè, un dolore secco, dritto al cuore?
4 - E' impensabile mangiare le interiora e le frattaglie animali.
5 - L' importanza del sedersi sul gradino davanti a casa e stare lì. Immobili. Come essere in Puglia. Come se al di là del muretto ci fosse il mare.
6 - Basta poco. Basta poco di più. Basta poco più di un Campari. Basta poco di più di un Campari, forse due. Sì, facciamo due. (Per essere sicuri).
7 - Il modo in cui alla fine uno vorrebbe piangere è quello totale, liberatorio, definitivo e necessario per sentirsi vivere, per sentire il rumore della vita che scorre.
Si potrebbe stare molto bene. E senza I-Pod.
8 - Un elemento che potrebbe alzare drasticamente la qualità di vità, oltre ad una casa al mare e una in montagna, credo sia identificabile in una fornitura di pasticciotti alla crema. A vita.
9 - L'amore cambia direzione, cambia forma, cambia terra, parametri, luoghi, circostanze. Cambia persone, case e città. Senza cambiare mai le sue leggi.
Non si esaurisce mai, ma non esiste quella esclusività che crediamo possa durare in eterno.
Questa è la nostra salvezza e la nostra condanna.
10 - Ordinare una pizza con la bufala e i pomodorini freschi.
11 - Quando sono in mezzo al lago, legata ad un kite (sono ancora soggetto passivo), ecco, vorrei qualcuno che stia li con me. A controllare che sia viva, che non mi stia facendo congestione la colazione, che non mi si incastrino i cavi nei piedi, che la vela non si arrotoli 14 volte su se stessa e che le boe restino educatamente a dovuta distanza.
Esisteranno dei volontari, che so, tipo dei water assistant, water-sitter?
11 a) - Quando sono in mezzo al lago, legata ad un kite, devo ricordare di disattivare le notifiche di Whatsapp*
12 - Ho sempre avuto paura della complessità. La complessità, a ben vedere, è ovunque. Per questo si ritorna al punto numero 3 e numero 6. Oppure si fa richiesta scritta di reincarnazione in personaggi tipo Costantino, Antonella Elia e compagnia bella.
Fino ad esaurimento scorte.
13 - Il bastare a se stessi. L'idea che mi trasmettono certe persone. Ecco, quella è. Il bastarsi. Congiunto alla consapevolezza esatta di cosa vuoi, dove sei, cosa stai facendo.
E farlo maledettamente bene.
14 - Mi fa molto ridere la gente che si iscrive in palestra l'8 Gennaio e il 1 Giugno, in preda dai sensi di colpa post-cotechino. La costanza media è di due settimane. Pero', se ci metti anche la sauna e il bagno turco sfiora il record dei 30 giorni.
(La coscienza pulita del poter affermare, "sono andato in palestra", omettendo cosa ci si è andati a fare, nello specifico).

* Per le uscite al lago il cellulare è obbligatorio.
(Questa tecnologia di ammazzerà. Tanto non si sente niente quando chiami in mezzo al lago).


mercoledì 28 agosto 2013

Trafic, Trulli, Taranta, Turcinieddi.

Come ogni volta, come ogni estate, ho avuto quella fortuna sfacciata di vedere un pezzetto di cielo in più. Un po' di mare in più. Quel tanto che basta, o forse anche un filo di più. 
Vedere le stelle cadenti.
E sperimentare quel lusso magico e raro della lentezza, del non fare niente, stare impalati ad osservare la Bellezza delle cose che sono davanti ai nostri occhi ma che non troviamo mai il tempo di osservare.
 
Abbiamo indossato le scarpe da corsa e corso in mezzo ai trulli del Salento al tramonto, rischiando di essere investiti e scappando dai cani randagi. Abbiamo ballato la taranta fino ad avere i vestiti passati e cantato sulle note di Vinicio. Abbiamo fatto la grigliata in spiaggia con le salsicce e i panini tagliati al buio - che non puoi passare da Porto Cesareo senza fare la grigliata in spiaggia, con la batteria e la chitarra suonate dai Villani e non puoi non cantare Domani e non puoi non brindare con il rosato del Salento. Non puoi.
Vuoi per tradizione, buon auspicio, rito doveroso o rispetto delle usanze locali.
 
Abbiamo bevuto il vino da passeggio nella bottiglietta di plastica, visitato città meravigliose come Lecce con la sua storia.
Abbiamo mangiato i pasticciotti all'alba, i gamberoni, le seppie ripiene - chè nel trullo di Fede c'è un ristorante della madonna, che è proprio Fede  - e cenato al fresco sul terrazzino del Bar del Moro a San Gregorio.
Abbiamo fatto kite e i tuffi dalle scogliere, i cruciverba in collettiva - che si finisce prima tutto lo schema - e mangiato Pittule e Turcinieddi nelle sagre di paese (che quando sono andata a vedere cosa sono, oggi, mi è venuto male).
 
Abbiamo viaggiato con Uccia, Lavaca, Cagnotto, Trafic e con famiglia Kiteruggiu, con le nostre interminabili ore perse tra pensieri un po' casuali e un po' no, tra panini da fare, code al supermercato, bancomat fuori servizio e pattumi da buttare senza mai trovare dove.
Abbiamo visitato la Gallipoli vecchia che ha sempre quell'atmosfera incredibile, Leuca e Nardò, dove il tempo si è fermato e tutte le cose sembrano essere immobili.
 
Vedere gli anziani salentini seduti fuori casa sul gradino e sulle sedie arrugginite, tra il cemento delle case e la canicola estiva, rende più sensibile il cuore.
 
Sarà l'atsmosfera,  sarà che si è in vacanza, che si è in bella compagnia e si ride tanto. 
O forse solo perchè quel cemento nasconde il mare. 
 











 

giovedì 8 agosto 2013

Cose Nuove.

Semplicemente,
grazie.
 
Grazie per avermi trasmesso così tanto, in così poco tempo, di quella che è la tua passione per questo kite. Per questo vento. Per questi elementi ancora a me sconosciuti. Per questo sport che hai fatto diventare il tuo mestiere, imparandolo, amandolo e insegnandolo.
Insegnandolo con il cuore.
 
Grazie per avermi regalato un pezzetto della tua esperienza, per avermela spiegata e per aver avuto quella pazienza infinita che ti contraddistingue. Per il tuo modo di affrontare le giornate, l'entusiasmo che metti in ogni parola, in ogni gesto. Per l'attenzione e la professionalità.
E anche per le risate, le belle chiacchiere, la gentilezza, il good feeling che ho percepito e quell'accento che hai - così folkloristico.
 
Sono felice di aver iniziato questa esperienza nuova che ancora non so com'è, come sarà, ma che così, a pelle, mi ha già fatto emozionare e provare un infinito senso di Libertà.
Come un freeride di quelli fatti come si deve, quando c'è tanta neve, il paesaggio si avvicina alla mia idea di Perfezione e tutte le coordinate celesti sono al loro posto.
Sono felice di aver conosciuto una persona che mi ha saputo trasmettere la giusta motivazione, l'energia, l'entusiasmo, caratteristiche che così difficilmente si incontrano fuse insieme, che difficilmente riesco a trovare nelle persone, soprattutto mentre lavorano, mentre insegnano, mentre vivono.
 
Adesso dovrò avere tanta pazienza e cercare di migliorare, senza la mia solita smania di voler già sapere fare tutto e subito. Sfruttero' questa esperienza anche per confrontarmi con i miei limiti, per ricominciare da capo e rimettermi alla prova in qualcosa di nuovo, che non fa mai male, che fa restare l'umiltà necessaria, che fa crescere.
 
Grazie infinite per tutto questo.
 
 
E' quella luce che hai negli occhi che fa la differenza.
Quella delle Anime Belle.