Lapis and Notes



Lapis and Notes


Post Scriptum:

Welcome.
(To the Jungle).

"Gli svedesi hanno capito quello che la Scavolini ancora no. Ovvero. Che la gente comune ha 40 mt quadri per farci stare un letto, una cucina e un water. E ha sempre sognato la penisola. Poi si è ridimensionata, nel momento in cui ha realizzato un fatto.
Che i sogni si pagano al metro quadro".







giovedì 19 maggio 2016

Everyday i write the book. (Come cantava il buon Elvis Costello)


Alle volte ho un rapporto poco sincero con la verità. Me la racconto molto più spesso di quanto creda. E' che le mie difese, con l'esperienza, con l'età anche, sono diventate padrone indiscusse di nodi lontani, di vicende passate e mai elaborate, delle caratteristiche imbottigliate in ciclici eventi all life long.

Dal successo che riscuotono, le serie tv credo possano essere paragonate ad una stramba forma di psicoterapia personale. Da autodidatti. Placano agitazioni, dolori, creano una immedesimazione nello scorrere della vita. Una specie di dopamina per il cervello e prozac per il cuore.

La cosa più difficile del dolore emotivo è la gestione della non consapevolezza del momento della sua cessazione. Cioè, per intenderci, sai che finisce - perchè finisce - hai già provato. Sì. Ma senza sapere quando.
Allora ecco che fai delle proiezioni, calcoli con un logaritmo, con le pivot o con una equazione complessa una assurda previsione di arco temporale, considerando tutti i fattori in gioco: il contesto, il supporto esterno, la capacità di accettazione senza fuga, le tue risorse, quella pulita resilienza che tiri fuori dal cilindro in queste speciali occasioni.
L'incoerenza intrinseca, quasi tragicomica, sta nel fatto che quando finirà dipende solo da te (e questo lo sai benissimo, ma ci si crogiola così bene nel dolore. Ci si riposa da matti).
Vietate deleghe, rimpiazzi, fughe, sostituzioni, rinvii a data da destinarsi, negazioni, trasferimenti ad altro domicilio.
C'è solo un fatto, limpido, chiaro. Sei solo tu che decidi quando vuoi stare bene con il tuo cuore. E spesso accade dopo un bel po' di tempo, quando tocchi il fondo, Quando arrivi giù giù, che di più c'è l'epicentro della terra (o la Cina, come nei cartoni animati).
E' la quantità di potere che conferiamo alle situazioni e alle persone, identificandoci con esse, che lo rende reale, tangibile. I dati che abbiamo a disposizione raramente sono oggettivi (escluso l'indice Nasdaq, il cambio euro/dollaro, la formula per calcolare l'ipotenusa di un triangolo e la teoria della relatività, ecco, quell'ordine di cose lì e basta).

A volere crescere succede che si scopre una gran cosa.
La fragilità. (E' una gran cosa perchè finalmente ti fai due cazzo di domande giuste. O, perlomeno, un tentativo pertinente)
Arriva, in modo definitivo, repentino e improvviso.
Mica da adolescenti, no. Lì si è invincibili, forti. Immortali.
E' a crescere che si scopre il lato oscuro, quella dimensione tanto nascosta quanto primordiale, parte costitutiva dell'antropologia dell'essere.
E' il mondo della solitudine, delle difficoltà relazionali e della complessità lavorativa, della paura che i tuoi strumenti possano non bastare, i conti mai chiusi con stanchezza, malinconia, rabbia, dolore, frustrazione, nostalgia. Del dover lasciare, o del restare senza.

Capire che le situazioni che non si possono cambiare sono da accettare. Che le situazioni e le persone che ci tormentano così tanto smettono di farlo solo nel momento in cui le lasciamo andare al loro corso, alla loro vita, pensando erroneamente di soccombere. Invece, è l'unico modo per essere liberi.
Da grandi si diventa fragili perché i ricordi preziosi sono di più e hai paura di dimenticarne un po', di perderti dei pezzi e anche perché le sfide si affrontano da soli, come sempre d'altra parte, ma più da soli del solito.
Da grandi è necessario convivere con le incoerenze anche, con le bassezze che fanno capolino ne giardino dei grandi valori su cui stai tentando di costruire la tua vita con coraggio, fatica e dedizione.

Pensavo questo mentre ascoltavo
Everyday I Write The Book/ Elvis Costello