Lapis and Notes



Lapis and Notes


Post Scriptum:

Welcome.
(To the Jungle).

"Gli svedesi hanno capito quello che la Scavolini ancora no. Ovvero. Che la gente comune ha 40 mt quadri per farci stare un letto, una cucina e un water. E ha sempre sognato la penisola. Poi si è ridimensionata, nel momento in cui ha realizzato un fatto.
Che i sogni si pagano al metro quadro".







sabato 25 aprile 2020

Dove eravamo rimasti. (Cronologie di lettura*)

Eravamo rimasti al 2014, ergo mi resta dentro un senso di incompiutezza.
Ripartiamo pertanto dalle letture dal 2015 ad oggi:

2015
Il desiderio di essere come tutti, F. Piccolo
Vorrei averlo fatto, P. Ware
Fai Bei sogni, M. Gramellini
Amore, I. Allende
I sogni dell'anima, Albisetti
Imperfetti e felici, C. Andrè
Class, F. Pacifico
Le trappole della mente, Kukla
Non avere paura, C.Huber
Arrivano i pagliacci, C.Gamberale
Le scelte che non hai fatto, Perosino
La solitudine dell'anima, Borgna
Vitamine per l'anima, Koffmann
La ferita dei non amati, Schellerbaum
La simmetria dei desideri, E. Nevo
Le parole sono come finestre, Rosenberg

2016
Ogni tuo desiderio sarà esaudito, Dyer
La forza della meditazione, Goleman
Te stesso al cento per cento, Dyer
Il Buddista riluttante, W. Woollard
Vedere per credere, Dyer
Dieci segreti per il successo e l'armonia, Dyer
La settima onda, Glattauer
C'è una soluzione spirituale ad ogni problema, Dyer
Le persone sensibili hanno una marcia in più, Rollin
Il Budda Geoff ed io
Gli sdraiati, Serra
I segreti della mente, V. Andreoli
Terapia di coppia per amanti, D. De Silva
Come cambiare il proprio passato, Giacobbe
Momenti di trascurabile felicità, F. Piccolo
Tradire, Giommi
Amore non è amare, Crepet
Il destino che ci scegliamo
Eros e pathos, Carotenuto
L'arte di correre, Murakami
A sud del confine ad ovest del sole, Murakami
Non lasciamoci fottere dai sentimenti, Bennett
Alchimia emotiva, Goleman-Bennett
Narcisi, I. Castoldi


2017
Sulle ali del panico, Gherardelli
Autobiografia di uno spaventapasseri
Sette strategie per combattere l'ansia
Diario italiano di amore e disamore, N. Aspesi

Anno sabbatico dalla lettura.
(Capisco solo ora, a posteriori, le motivazioni.
E non sono state per niente valide motivazioni.)


2018
Chi manda le onde, F. Genovesi
Variazioni su tema originale, A. Aciman
La sottile armonia degli opposti, Bolaffi
Controvento, Pace
Slumberland
La strada, Mc Carthy
La verità, vi spiego, sull'amore, Tesio
I baci sul pane, A. Grandes
Ogni storia è una storia d'amore, D'avenia
L'arminuta, D. Di pietrantonio
Yoro, M. Perezegua
L'amica geniale, Ferrante
Storia del nuovo cognome, Ferrante
Storia di chi fugge e di chi resta, Ferrante
Io sono emozione, Ensler
Superficie, De Silva
Lacci, Starnone
Se ti ferisce non è amore, Spezzano
La vita delle ragazze e delle donne, Munro
Un karma pesante, Bignardi
Siracusa, D. Ephron
Il salto con le aste, Starnone
Berta Isla, J. Marias
Il nero e l'argento, P. Giordano

2019
Asimmetria, Halliday
Le sorelle Donguri, Yoshimoto
Parlarne tra amici, S. Rooney
L'animale che mi porto dentro, F. Piccolo
Gli annientatori, Morozzi
L'arte di essere fragili, D'Avenia
Autobiografia erotica di Aristide Gambia, Starnone
I giorni dell'abbandono, Ferrante
Una vita sottile, Gamberale
Game, set, match, Sampras
So che un giorno tornerai, Bianchini
Mia figlia è un'astronave, Mandelli
Ciò che inferno non è, D'avenia
Winning Ugly, Gilbert
The game, Baricco
L'inverno di Giona, Tapparelli
Atti osceni in luogo privato, Missiroli
Fedeltà, Missiroli
Divorare il cielo, P. Giordano
Le otto montagne, Cognetti
Le alternative dell'amore, Licalzi
L'unica storia, Barnes
La fine della fine della terra, franzen
L'idiota, Batuman
Via Gemito, Starnone
Persone normali, S. Rooney
Tre piani, E. Nevo
L'isola dell'abbandono, Gamberale
Almarina, Perrella
Mantieni il bacio, M. Recalcati
Transiti, Kusk
Gli inconvenienti della vita, Cameron
Benevolenza cosmica, Bacà
Brother, Charindy
Scintille, Pace
La luce smeraldo dell'aria, Antrim
Nostalgia di un altro mondo, Moshfegh
Future sex, Witt
Zucchero e catrame, Cardaci
Vinpeel degli orizzonti, Peppe Millanta
Calypso, Sedaris
Mio padre, il pornografo, Outfitt
Macchine come me, Mc Ewan
L'amore che dura, Ravera
Eileen, Moshfegh
L'anno del pensiero magico, Didion

Come scrivevo in un altro post che non ricordo quale, spesso sono i libri a venire a noi nell'esatto momento storico in cui dobbiamo leggerli, in cui vogliono essere letti per essere significativi: quell'esatto libro in quell'esatto momento potrebbe raccontarti quello che ti sta succedendo nella vita (al limite bizzarro del predittivo) e potrebbero dare alcuni interessanti spunti di riflessione per tue questioni importanti, o semplicemente diversi punti di vista a proposito di un preciso tema.
Diverso è per i saggi, per cui spesso succede il contrario. Siamo noi a sceglierli a priori per approfondire un argomento, un costrutto, un aspetto di sè, una questione che sappiamo già quale.

Esiste un modo per passare direttamente al 2021, per esempio?







giovedì 19 maggio 2016

Everyday i write the book. (Come cantava il buon Elvis Costello)


Alle volte ho un rapporto poco sincero con la verità. Me la racconto molto più spesso di quanto creda. E' che le mie difese, con l'esperienza, con l'età anche, sono diventate padrone indiscusse di nodi lontani, di vicende passate e mai elaborate, delle caratteristiche imbottigliate in ciclici eventi all life long.

Dal successo che riscuotono, le serie tv credo possano essere paragonate ad una stramba forma di psicoterapia personale. Da autodidatti. Placano agitazioni, dolori, creano una immedesimazione nello scorrere della vita. Una specie di dopamina per il cervello e prozac per il cuore.

La cosa più difficile del dolore emotivo è la gestione della non consapevolezza del momento della sua cessazione. Cioè, per intenderci, sai che finisce - perchè finisce - hai già provato. Sì. Ma senza sapere quando.
Allora ecco che fai delle proiezioni, calcoli con un logaritmo, con le pivot o con una equazione complessa una assurda previsione di arco temporale, considerando tutti i fattori in gioco: il contesto, il supporto esterno, la capacità di accettazione senza fuga, le tue risorse, quella pulita resilienza che tiri fuori dal cilindro in queste speciali occasioni.
L'incoerenza intrinseca, quasi tragicomica, sta nel fatto che quando finirà dipende solo da te (e questo lo sai benissimo, ma ci si crogiola così bene nel dolore. Ci si riposa da matti).
Vietate deleghe, rimpiazzi, fughe, sostituzioni, rinvii a data da destinarsi, negazioni, trasferimenti ad altro domicilio.
C'è solo un fatto, limpido, chiaro. Sei solo tu che decidi quando vuoi stare bene con il tuo cuore. E spesso accade dopo un bel po' di tempo, quando tocchi il fondo, Quando arrivi giù giù, che di più c'è l'epicentro della terra (o la Cina, come nei cartoni animati).
E' la quantità di potere che conferiamo alle situazioni e alle persone, identificandoci con esse, che lo rende reale, tangibile. I dati che abbiamo a disposizione raramente sono oggettivi (escluso l'indice Nasdaq, il cambio euro/dollaro, la formula per calcolare l'ipotenusa di un triangolo e la teoria della relatività, ecco, quell'ordine di cose lì e basta).

A volere crescere succede che si scopre una gran cosa.
La fragilità. (E' una gran cosa perchè finalmente ti fai due cazzo di domande giuste. O, perlomeno, un tentativo pertinente)
Arriva, in modo definitivo, repentino e improvviso.
Mica da adolescenti, no. Lì si è invincibili, forti. Immortali.
E' a crescere che si scopre il lato oscuro, quella dimensione tanto nascosta quanto primordiale, parte costitutiva dell'antropologia dell'essere.
E' il mondo della solitudine, delle difficoltà relazionali e della complessità lavorativa, della paura che i tuoi strumenti possano non bastare, i conti mai chiusi con stanchezza, malinconia, rabbia, dolore, frustrazione, nostalgia. Del dover lasciare, o del restare senza.

Capire che le situazioni che non si possono cambiare sono da accettare. Che le situazioni e le persone che ci tormentano così tanto smettono di farlo solo nel momento in cui le lasciamo andare al loro corso, alla loro vita, pensando erroneamente di soccombere. Invece, è l'unico modo per essere liberi.
Da grandi si diventa fragili perché i ricordi preziosi sono di più e hai paura di dimenticarne un po', di perderti dei pezzi e anche perché le sfide si affrontano da soli, come sempre d'altra parte, ma più da soli del solito.
Da grandi è necessario convivere con le incoerenze anche, con le bassezze che fanno capolino ne giardino dei grandi valori su cui stai tentando di costruire la tua vita con coraggio, fatica e dedizione.

Pensavo questo mentre ascoltavo
Everyday I Write The Book/ Elvis Costello






sabato 10 ottobre 2015

Don't Wanted.

Fingere di amare per essere amata, per stare al sicuro, bella protetta dalla consapevolezza di qualcuno che mi cerca, che mi aspetta e magari mi supporta, anche. Mi protegge, Magari senza amarmi poi davvero. Semplicemente finge, proprio come me. Finge amore in cambio di tutta questa sicurezza e tentativi maldestri di allontanamento del senso di solitudine dato dalla condizione umana.
Fingere e poi abituarmi a questa finzione, non rendendomene più conto. Senza più farmi domande. Pensando sia reale.
Poi accontentarmi. Ancora abituarmi, radicando l'abitudine. Annoiarmi.
Con il tempo, frustrarmi.
E alla fine tradire.

Che poi tradire è tradirsi, in primis, tradire se stessi. Non sapere più chi sei.
Perdere i miei valori, perdere tutto, buttare all'aria i favori chiesti alle stelle cadenti*.
Perdere quel senso antico dell' esistere che così a fatica ho conquistato. Quel contatto con la parte più vera che è l'origine, l'abisso. Così doloroso, ma così vero e decisivo per conoscermi.
Per dare senso.

Ecco.
Questo è ciò che non vorrei nel mio futuro.

Non vorrei dover gestire quelle confusioni create da me, dal mio "non ascolto" del tumulto interiore.
Non vorrei sbagliare valutazioni, perdere del tempo.
Non vorrei perdermi. Trovare giustificazioni stupide a me stessa.
Non vorrei non sapere quale direzione è quella giusta (ah, già, dovrei saperlo?)

Non vorrei fingere, appunto.

*Cit. I Cani

(Ma ci si innamora o ci si abitua?)





venerdì 25 settembre 2015

Complicati Puzzle Tardivi.

A lasciare che il tempo scorra, e a guardare bene di lasciarlo scorrere senza porre troppo l'attenzione, senza fretta, senza ansia o aspettativa che sia, senza anticipazioni, ecco.
Ecco che arriva, lei, la rivelazione.

Mi spiego meglio.
Provo a spiegare questa osservazione che mi è capitata di intuire ripensando ad un po' di personali faccende sentimentali/professionali del mio passato prossimo e remoto.

A lasciare che la vita accada, che il tempo scorra, resto affascinata da quello che sarà il risultato finale di una particolare situazione (comunque sempre un risultato passibile di continua evoluzione, quindi sempre in divenire). A partire da un/a collega stronzo/a che vorresti non avere vicino, da una storia d'amore che hai vissuto troppo o che proprio non ti è permesso di vivere. Da una ingiustizia che vorresti non sapere, non ci fosse mai stata, dai segreti tuoi e di altre persone che custodisci gelosamente nel tuo cuore.
Ogni situazione, a lasciarla andare come crede, prende strade inaspettate. Resto continuamente affascinata dal rivelarsi delle segrete connivenze della vita. Ogni elemento trova il suo incastro perfetto che poco tempo prima sembrava non esistere. Ogni cosa cambia in modo repentino, il dolore passa, si trasforma. Ogni pezzetto che sembra inizialmente ingiusto, sbagliato, incomprensibile, doloroso o particolarmente brutto (dal mio arbitrario punto di vista), grazie al lungimirante savoir faire del destino trova la sua ragione di esistere. Costruendo e ricostruendo ogni volta una nuova immagine, un nuovo contesto che non avevo non solo previsto, ma nemmeno lontanamente immaginato.
Siamo troppo immersi nel qui e ora, nel presente, per guardarsi dall'alto, E riderne, alle volte.

E' solo con l'età, con il diventare grande, prendendo dimestichezza con lei (la Vita) - senza mai riuscirci troppo bene poi - ho capito che tutto (o quasi) trova un senso, un insegnamento. Ma solo "DOPO"*.
E se ancora non sono riuscita a capirlo significa semplicemente che è troppo presto. E devo capire anche che quella fretta che le cose accadano o no è meglio che impari a mettermela via. Ché io non so proprio un cazzo del progetto.

Ogni volta che ho pensato, imprecando gli dei, a quanto fosse ingiusta la vita, poi ho guardato l'intera trama a distanza di tempo, e ho capito che mi aveva in un qualche suo modo strano salvata da un danno maggiore. Ogni volta che vedo qualcuno che ho amato e mi ha abbandonata, non scegliendomi, o qualcuno che ho abbandonato, non scegliendolo, poi aspetto. E capisco.
Come se, improvvisamente, arrivasse una repentina soluzione, come se si dispiegasse la storia mettendo tutti gli elementi in ordine e tutti i passaggi parziali arrivassero a creare un disegno.
Per farmi capire le fortune, gli errori, le cose da imparare, le cose che servono per diventare donna  con soddisfazione di myself, senza troppi rimproveri o sensi di colpa.

E tra le cose che ho da imparare c'è proprio questa qui.
Non avere fretta che la vita accada, lasciarla fare, rispettandone i suoi personalissimi tempi e fidandosi delle sue decisioni.
Anche quando fa così incazzare, così stare male. Quando non sono d'accordo con lei, quando uccide di malinconia  e di non-sense, quando manca da morire qualcuno, quando vorrei fosse sempre estate.

(Quanto mancherà prima che io diventi un Buddha, oppure, in alternativa, un uomo figo, ricco e superdotato?)

* DOPO: avverbio di tempo abbastanza generico che potrebbe voler dire secondi, ore, giorni, mesi, anni, lustri, secoli o ere geologiche. Purtroppo non è dato a priori e non sempre la soluzione ci è dato sapere per questioni fisiologiche di caduco soggiorno umano sul globo terrestre.


Questo imbrunire alle 19 credo abbia una vaga incidenza negativa sul mio umore e sulla mia stabilità mentale.





venerdì 28 agosto 2015

Motivazioni tangibili di tristezze cosmiche. (Ending summer edition)

Quando arriva il 15 di agosto va ancora tutto bene, si dai. Ancora siamo in estate. Ma si, dai. Eh. Le giornate sono ancora lung... Eh. Insomma. Fa buio alle 19.30. Ah, vedo. Niente. Prendo il maglioncino la sera. 
Vabbè, ci sono ancora un po di settimane vero prima dell' avvento del paludoso Regno della Transilvania? Beh, si. Mah. Si dai, Speriamo. 
Però. C'è un grosso però. Inizia la Festa del Pd. 
Ti prego no eh, Ligabue anche quest'anno poi no. Ha stracciato i coglioni. Non ce la posso fare. E ti prego basta anche Gem Boy + Cristina che hanno tutti rispettivamente 70 anni per gamba - anche se lei si trucca ancora come una teenager di Cioe'. 
E basta Giacobazzi che da 5 anni fa le stesse gag sulla riviera romagnola.
Speriamo vada in porto quella faccenda del Bring Lollapalooza to Campovolo, anche se io sono un po scettica a riguardo, a dire il vero. Non vorrei che Farrell mi avesse un tantino illusa a riguardo. (Certo che un po di gruppi ROCK con la R grossa ce li meriteremmo eh, che' intercorre un lustro dalla data reggiana degli U2. E per  una volta ci farebbero andare in bicicletta, abbuonando i 200 km Reggio Emilia, piazze Marconi - Assago, Mediolanum forum).
Però. Ancora.
Iniziano i sudori freddi, sento che si sta avvicinando. Vabbè dai, che sarà mai? Oddio. sta arrivando, vedo già le transenne in preparazione e i cartelli di divieto di transito in corso Garibaldi. Con conseguente intaso perenne della circonvallazione - che raggiungerebbe livelli topici nell'eventualità macchiavellica di concomitanza con Grissin Bon in casa. 
Ecco. La sento. È' alle porte. Con gli stessi banchetti dal 1993. Vendono ancora il braccialetto che avevo in una vecchia polaroid di Riccione, a 11 anni. Vendono ancora il set di coltelli con relativa dimostrazione e il set di panni pelle di daino per la casa (che poi invece mio padre teneva in macchina per i vetri, imitando un po' carlo Verdone in bianco rosso e Verdone). E' maledetta, sempre lei. Con quel profumo di caramello misto peruviano/incenso. Attaccato un po' dallo zucchero filato e dall'unto della porchetta. Con il deodorante al sale per le ascelle, quello vegan, biologico, anallergico insomma. (Che ti fa evitare la pezza per 48 ore, dicono, ancora però da verificarne l'attendibilità ). 
E quando arriva, immancabilmente noiosa, logorroica, con principi sintomatici di Alzheimer, sindaca perentoria la fine di tutto l'immaginario erotico-sentimentale-balnearvacanziero del reggiano in ciabatte. Dell' estate. Del buon gusto e dell' avanguardia. 
Lei. 
L'unica, dopo varie ed eventuali divinita', che ha il superpotere dell' Eternità. 
Più del ponte di Bach, di Calatrava e, ahimè', del Green Bay in via San Carlo. Lei. 

La GIAREDA.








lunedì 2 febbraio 2015

In the Beginning was.

Per un 2015 migliore.

- Focus sul presente
- Affrancarsi e farsi solo accompagnare da un passato che non è più
- Farsi psicoanalizzare
- Limite di utilizzo annuo di occhiali hipster con lenti rotonde
- Il Fai da te (in qualsiasi settore, anche il più magnificamente Egoriferito)
- Mensio ansia, più concretezza
- Meno televisione, più Natalia Aspesi
- Perdersi nella bellezza di Luca Argentero su Instagram
- Servizio delivery per i ristoranti
- Nuovo disco di Sufjan
- Ryanair nuovamente ai prezzi di Ryanair
-  Ritorno di un Vocabolario articolato e no slang giovanile, riutilizzo della "per" e della "ch"
- La merenda
- Abolizione del termine "flessibilità"
- Doveri e Diritti
- Protezione. Per le donne, per i lavoratori, per i bambini, per i disoccupati. Per il pene&vagina
- Abbracci. Inteso anche come biscotti
- Sostituzione delle tue 40 password dalle impronte digitali
- Più piste ciclabili e meno cicli a scatto fisso
- Nuovo libro sui cuori infranti di Franzen
- Saldo a sette giorni delle fatture
- Nuovo album degli Arctic Monkeys
- Prevenzione su ogni organo interno e non. Sulla cultura. Sull'intelligenza.
- Meno mail inutili, più lettere d'amore
- Abolizione delle citazioni e degli arforismi di Oscar Wilde
- Air bnb per tutti
- Capire se il tuo messaggio è stato capito nel tuo modo di intendere
- Abolizione delle emoticon in tutte le conversazioni
- Salumerie con tavoli e seggioline pieghevoli in ogni angolo di strada
- Abolizione delle cene costose senza un senso
- Letture al parco da Aprile in poi
- Premio in cioccolatini per ogni mezz'ora di sport
- Abolizione dell'articolo 18 in cambio di asili aziendali
- Mercatini del Riuso, del cambio e dello scambio, della trasformazione, del nuovo usato e del vintage
- Nuova bevanda: Cedrata Tassoni alcolica
- Musica dal vivo sempre, come nei 90's
- Abolizione delle Cover band
- Arginamento delle pubblicità di culi perfetti
- Fornitura Annuale di gelato Hagen Dazs per chi compila i questionari di soddisfazione del cliente
- Zero tasse e contributi sotto i 24 mila euro
- Partite iva a regime di vere partite iva: orari e gestione del lavoro personalizzata
-  Liberazione dal Black Tie
- Wi Fi aperte ovunque e che funzionano in treno
- Abolizione della pioggia il lunedì e il weekend
- Abolizione della sindrome premestruale
- Nuove lenti a contatto da poter tenere sempre
- Autopreparazione e autodisfacimento della valigia
- Cibo pronto all'arrivo a casa, ma non confezionato
- Beppe Grillo nel dimenticatoio, come il Sudoku
- Estinzione del chiuaua
- Smartphone che si ricaricano con il calore del corpo
- Affermazione di leader politici colti, eleganti, coraggiosi, visionari e realisti
- Incentivi alla rottamazione delle scarpe brutte e reggiseni rovinati
- Tutte le aziende italiane con chiusura bilancio in positivo


Chiederle tutte queste cose, lavorare per esse e volerle con il cuore.














martedì 18 novembre 2014

Highway to Hell. (Take me down to the Paradise City).

Quasi niente crea così complicità come un viaggio in macchina. Se i passeggeri sono ben predisposti a, ovviamente.

E' il tempo del viaggio, oggettivo, a scandire il tempo della vicinanza fisica (forzata) e dell'eventuale scambio comunicativo - più o meno superficiale - da questa facilitato.
Il viaggio in macchina insieme permette di aprirsi, ma anche di chiudersi e dormire. O telefonare. O restare persi nei propri pensieri. O ancora, cantare.
Mi ha permesso spesso di farmi conoscere e di conoscere, di ascoltare e raccontare. Di chiedere, essere curiosa e conseguentemente anche di soddisfare le mie curiosità sul passeggero/i in questione. Favorisce l'intimità, la conoscenza reciproca. Le confidenze.
Attraverso la vicinanza forzata che non prevede disturbi esterni di sorta, senza la possibilità di deviare quel perfetto "qui e ora" che alle volte amo fare, in quel preciso istante, accade che si sviluppa un articolato quanto complesso chiedersi e rispondersi reciproco, raccontarsi come si vede la vita e quelle cose delle esperienze passate che stanno sotto la voce Cazzate Immense ma che, alla fine, rifarei. E comunque cose facenti parte di me, ergo concrete. Scelte e volute. A volte con leggerezza, a volte con serietà estreme.
In un tempo che diventa flusso e in uno spazio che diventa intangibile perchè in costante cambiamento sento la sensazione di essere al di fuori delle leggi del Mondo. Le più segrete confessioni  assumono un diverso aspetto, sembrano più leggere, eteree, impersonali. Svincolate dalla "transitorietà" dello spazio-tempo e quindi forse mai accadute.
Lo spostamento costante alleggerisce le cose raccontate disperdendole nell'etere e lasciandomi più pulita, più innocente.
Favorisce anche la conoscenza, mi sento in diritto di poter chiedere quasi tutto con talune persone. Sento che ciò che viene detto in quella macchina, in quel viaggio, resterà circoscritto proprio lì. E' un momentaneo levarmi le maschere dei ruoli della vita, essere quella che sono, farmi male, espormi, conoscere meglio, dare consigli, ascoltare, farmi provocare e provocare a mia volta.

Ho capito che quando mi interessa una persona, da un punto di vista intellettuale soprattutto, il viaggio in macchina è ciò che più avvicina alla possibilità di apertura e scambio veri, spontanei. Ci si rilassa di più, non è necessario sempre guardarsi negli occhi (per forza di cose), si può riflettere di più e le pause del discorso sono più lunghe. Si possono vedere splendidi paesaggi, tramonti, montagne e stelle. Bufere e acquazzoni.
E' essere se stessi starsene lì, seduti sul sedile.
Offre anche vanitose possibilità di farsi guardare e di farsi belli agli occhi del passeggero (se si sta guidando) nel caso fossero in atto eventuali fasi di corteggiamento.

Quindi, ecco, nel momento in cui volessi davvero conoscere qualcuno sarebbe necessario farci un viaggio in macchina.  Abbastanza lungo.
Altro che cene o aperitivi, dove il rischio di banalità e di imbarazzi è più alto. Dove dobbiamo studiare di più le mosse, le parole e le strategie. Dove i clichè abbondano e irretiscono i neuroni, c'è chiasso e distrazione continua.

Al massimo poi, chessò, un caffè e un muffin in Autogrill alle 2 di notte. 
Perfetto.