Lapis and Notes



Lapis and Notes


Post Scriptum:

Welcome.
(To the Jungle).

"Gli svedesi hanno capito quello che la Scavolini ancora no. Ovvero. Che la gente comune ha 40 mt quadri per farci stare un letto, una cucina e un water. E ha sempre sognato la penisola. Poi si è ridimensionata, nel momento in cui ha realizzato un fatto.
Che i sogni si pagano al metro quadro".







lunedì 28 maggio 2012

Questioni di Reattività.


Niente.
Bho.
Non sento.
Porca puttana.
Metti giù tanto non ti sento.
Mandami un messaggio.
Non ti sento, ho detto.
Dov'è che siete?
Bho.
Niente.

Sara' rotto?


[.....] 24 ore di soli messaggi inviati dicendo di non telefonarmi. Che non sento un cazzo.


Google
Forum Apple: "risoluzione problematiche audio iphone".



"Assicuratevi di aver rimosso la pellicola protettiva del vostro iphone".








venerdì 18 maggio 2012

Running Thoughts.

Non capisco l' urgenza delle persone di farsi occupare il cuore da qualcuno.
Come se un cuore solo non avesse battiti a sufficienza.
Come se non potesse continuare il suo costante battito solitario.

L' ansia del vuoto, la difficoltà del fermarsi un attimo a prendere fiato, con calma. Senza mai rendersi conto della sostanziale solitudine di ogni essere umano. Del doversi sempre e comunque bastare a se stessi, per non soffrire troppo, perchè è così che si guarda davvero la vita per com'è.

Non capisco la corsa a fidanzarsi, l'innamoramento cieco dell' amore (e non sempre della persona oggetto di) la fatica di passare un po' di tempo soli con se stessi. Il silenzio fa un sacco di rumore, quando si è soli. I pensieri si affollano e la malinconia aumenta.
Ed è lì che si fanno davvero i conti. Che viene fuori chi sei, da dove vieni. E fa paura, quando non ci si è abituati. E' lì che ti devi guardare dentro e dare una valutazione, quanto piu' attendibile possibile, senza esagerazioni, soprattutto con le critiche. Soprattutto con le lodi.

E' uno dei modi per restare fedeli a se stessi. Quanto più possibile.

Si chiama pura e semplice Realtà.
Cio' per cui ti alzi, lavori, vai in giro a vedere delle cose, fai sport, leggi dei libri, hai una famiglia e degli amici che ami, hai degli obiettivi, fai fatica. Fai dei sacrifici, sei felice, a volte. Hai dei sogni, anche. A volte è molto dura. A volte le cose sono fluide e tutto sembra essere al posto giusto.

E ogni giorno è così.
Ed è semplicemente meraviglioso che sia così.

Puoi scegliere, quando qualcosa non è più al posto giusto, di spostarlo un attimo.
Di vedere l'orizzonte da un'altra finestra.  Per quanto piccola, scomoda o lontana.
Ma puoi, molto più spesso di quanto tu non creda.

E' così che vanno avanti le cose.
Senza quasi che tu te ne accorga.





venerdì 11 maggio 2012

Complicate e Amorevoli Autogestioni (la meraviglia e la disperazione dell'abitare da soli).

La priorità della carta igienica.
La sveglia in caso di pennichella.
La vita è dura.
La pattumiera da svuotare regolarmente.
L’acquisto delle bottiglie d’acqua (con probabile rottura della maniglina della confezione, lungo la via di casa).
La testa in caso di vomito.
I ragni in caso di invasione.
Assenza di microonde e lavastoviglie.
Segnale per internet/telefono funzionante a tratti.
Cambio delle lampadine.
Scegliere le tende (eh?)
Tenere tutto sostanzialmente pulito.
Silenzio.
Lavare il pavimento.
Cambiare le lenzuola e fare la lavatrice.
Stendere.
Riflettere tantissimo.
Sgrassare la bistecchiera e il pentolino del latte.
Varietà delle tisane.
Imparare la funzione specifica di spezie, detersivi e lavaggi.
Scoprire l’esistenza di cibi nuovi e veloci. Come il Giapponese da asporto.
Scoprire l’esistenza di una quantità di scartoffie, bollette, avvisi, assicurazioni, rifiuti, bolli. Tutto da pagare. Entro domani.
Ricordare di controllare la posta. Non quella con la password. Quella con la chiave.
Calcolare precisamente la somma mensile disponibile in euro, avendo cura di togliere quella dell’affitto in euro.
Imparare a non sporcare. A togliersi le scarpe. A fare la spesa senza comprare delle cazzate galattiche. A fare la verdura al vapore. Il pollo e la carne senza che faccia troppo schifo.
Non dover rendere conto di niente a nessuno (Equitalia a parte).
Non dover giustificare una assenza a cena, a pranzo, il volume della musica o un rientro notturno barcollante.
Yoghurt e mela quando non hai voglia di cucinare. O aperitivo con pizza e noccioline.
Possibilità di non possedere una bilancia.
Possibilità di non possedere una TV. Né un ferro da stiro.
Possibilità di scelta istantanea e monodirezionale sul da farsi per i prossimi 5 minuti, 2 ore o 3 giorni. A seconda dell’umore.
Possibilità di restare molto felice o molto incazzata, a prescindere.
Un campanello con il proprio nome.
Scelta dello zerbino.
Monopolio assoluto dello spazio negli armadi.
Possedimenti infiniti di scarpe senza eventuali battibecchi sullo sperpero di denaro.





Niente, dovevo tirare due somme.
Così, per una prima superficiale analisi in merito ai primi sei mesi di auto convivenza.
11.11.2011/11.05.2012

Sono solo riflessioni a voce alta.
Scusate. Ho un debole per gli elenchi.