Come ogni volta, come ogni estate, ho avuto quella fortuna sfacciata di vedere un pezzetto di cielo in più. Un po' di mare in più. Quel tanto che basta, o forse anche un filo di più.
Vedere le stelle cadenti.
E sperimentare quel lusso magico e raro della lentezza, del non fare niente, stare impalati ad osservare la Bellezza delle cose che sono davanti ai nostri occhi ma che non troviamo mai il tempo di osservare.
Abbiamo indossato le scarpe da corsa e corso in mezzo ai trulli del Salento al tramonto, rischiando di essere investiti e scappando dai cani randagi. Abbiamo ballato la taranta fino ad avere i vestiti passati e cantato sulle note di Vinicio. Abbiamo fatto la grigliata in spiaggia con le salsicce e i panini tagliati al buio - che non puoi passare da Porto Cesareo senza fare la grigliata in spiaggia, con la batteria e la chitarra suonate dai Villani e non puoi non cantare Domani e non puoi non brindare con il rosato del Salento. Non puoi.
Vuoi per tradizione, buon auspicio, rito doveroso o rispetto delle usanze locali.
Abbiamo bevuto il vino da passeggio nella bottiglietta di plastica, visitato città meravigliose come Lecce con la sua storia.
Abbiamo mangiato i pasticciotti all'alba, i gamberoni, le seppie ripiene - chè nel trullo di Fede c'è un ristorante della madonna, che è proprio Fede - e cenato al fresco sul terrazzino del Bar del Moro a San Gregorio.
Abbiamo fatto kite e i tuffi dalle scogliere, i cruciverba in collettiva - che si finisce prima tutto lo schema - e mangiato Pittule e Turcinieddi nelle sagre di paese (che quando sono andata a vedere cosa sono, oggi, mi è venuto male).
Abbiamo viaggiato con Uccia, Lavaca, Cagnotto, Trafic e con famiglia Kiteruggiu, con le nostre interminabili ore perse tra pensieri un po' casuali e un po' no, tra panini da fare, code al supermercato, bancomat fuori servizio e pattumi da buttare senza mai trovare dove.
Abbiamo visitato la Gallipoli vecchia che ha sempre quell'atmosfera incredibile, Leuca e Nardò, dove il tempo si è fermato e tutte le cose sembrano essere immobili.
Vedere gli anziani salentini seduti fuori casa sul gradino e sulle sedie arrugginite, tra il cemento delle case e la canicola estiva, rende più sensibile il cuore.
Sarà l'atsmosfera, sarà che si è in vacanza, che si è in bella compagnia e si ride tanto.
O forse solo perchè quel cemento nasconde il mare.
Nessun commento:
Posta un commento