La consapevolezza dell'esatta quantità di energie investite e di identificazione in una questione o un progetto si acquisisce con maggior precisione solo e se quest'ultimi dovessero malauguratamente fallire o prendere direzioni diverse da quelle auspicate.
Il fallimento è l'indicatore che utilizzo per capire quanto mi sono identificata, quanto ho investito: solo esso mi porta alla realtà con la sofferenza che provoca. Quando le situazioni prendono direzioni diverse da quelle che avevo immaginato sento uno strappo. E quello che viene a mancare nel mio bagaglio è proprio quella quantità n di risorse che avevo investito nella direzione opposta, quella che per me era auspicabile. Ma che è rimasta solo "in potenza", vuota, oppure addirittura resta distrutta.
Per questo motivo mi sono ripromessa di imparare a bilanciare con cura la percentuale con cui mi identifico nei vari settori dell' esistenza. Ovvero, identificazione pressapoco allo stesso livello con amicizie, lavoro, hobby, sport, realizzazione personale, ambizione, snowboard, relazione più o meno fisica, relazione più o meno sentimentale, relazione più o meno spirituale, cuore, anima, vacanze, fatica, senso della vita. E ciappini vari.
Con più mi identifico con uno solo o con pochi settori tra quelli esistenti, maggiore sarà il senso di vuoto e di perdita, qual'ora dovessi perdere/sbagliare/essere sconfitta/non piacere/fallire.
Il rischio di essere disintegrata cresce al crescere della percentuale.
Vorrei sempre ricordarmi l'importanza del coltivare: amicizie, sentimenti positivi, serenità, situazioni e contesti diversi, hobby, passioni, marij**** (ops!), ricordi, interessi, persone.
Potrebbe essere vista anche come una raffinata forma di paraculaggine.
Io invece la annovero nell' abc, nel manuale di istruzioni per la sopravvivenza alla Vita.
(E per evitare gli attacchi di panico).
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