[ca-lei-do-scò-pio] s.m. (pl. -pi)
1 Apparecchio ottico costituito da un tubo di materia opaca che, rivolto verso la luce e girato lentamente, mostra figure geometriche e simmetriche, sempre diverse, prodotte da pezzetti di vetro mobili, riflessi mediante il gioco di due specchi piani disposti ad angolo
2 fig. Varietà di cose, di fatti mutevoli: un c. d'immagini, di avvenimenti
Va a finire che c'è sempre di mezzo quella cosa lì che non ha mica ancora capito nessuno.
E nemmeno io eh, non l'ho mica capita.
Che non esistono le certezze, nella vita. Che quelle che credo essere tali sono solo rassicuranti illusioni. Sono belle favole che utilizzo come espedienti per starmene qui, cercando di non morire di infarto da giovane.
Volendocisi avvicinare quanto più possibile, esistono quelle che "credo essere certezze" (ma che scoprirò non esserlo, nel breve-medio o lungo periodo), che fanno parte di una categoria concettuale molto diversa, in quanto annoverabili nelle credenze, appunto. Ovvero perfettamente soggette al libero arbitrio, al mio mondo di valori, autoinganni, momenti storici e punti di vista.
Esiste ciò che più si avvicina alla mia idea di certezza, ma è un avvicinarsi asintotico. Resta una sensazione di ineffabilità, di mancanza, di imperfezione.
"Certezza" è una parola che è già fuggita nel momento esatto in cui ho terminato di scriverla.
La realtà è che la vita cambia sempre. Cambiano le stagioni dell'anno, del cuore, le sensazioni, i dettagli, gli stati d'animo. I momenti, i colori, le persone, le percezioni, il coraggio. La voglia di sperimentarsi. I contesti.
Come se ci fosse un piano divino (o infernale) un pochino sadico, diabolico. Che si diverte da morire a farmi scombinare, a rivedere, a ripensare, a domandarmi senza trovare risposta, senza trovare certezza, appunto.
Ogni giorno devo rimettere in fila dei pezzettini, incasellarli, provare a dare una parvenza di ordine quanto più a me congeniale, sapendo già che domani sarà di nuovo scombinato.
E' difficile quanto affascinante. Doloroso quanto significativo.
Oppure ancora come se da lassù sapessero (qualcuno del gruppo divino, qualunque Egli sia) quali sono le mie Paure, i miei Uomini Neri, i miei Lupi e me li riproponessero sotto forma di situazioni concrete, esperienze, scelte da fare, prove da superare.
Sviluppare queste caratteristiche di Personalità* potrebbe donarmi un'idea salvifica delle Tribolazioni Umane:
- Coraggio, Velleità, Virtù
- Cuore, Amore, Passione
- Bellezza interiore, Spiritualità
- Cervello, Sinapsi e neuroni ben connessi
- Umiltà, Rendersi conto di/che
- Intelligenza emotiva e sociale, empatia, comprensione, ascolto
- Leggerezza, dare il giusto peso
- Ironia e Autoironia, scherzare
- Calma, gentilezza, serenità
- Forza, tenacia, perseveranza, combattività
E poi, quella fondamentale.
Quella senza la quale non c'è storia, non c'è soluzione.
- IL CULO.
*Martin E.P. Seligman, fondatore della Psicologia Positiva, ha messo a punto l'unico test disponibile on line scientificamente valido e gratuito per valutare le Caratteristiche di Personalità, il VIA Survey.
Il Culo non rientra nelle categorie, a ben guardare, ma credo l'abbiano omesso solo per la versione italiana che, si sa, in Italia devono sempre censurare le cose più divertenti e vicine alla Verità.
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