"Allora, questa è la fine, ma è anche l'inizio di una storia che è la mia vita e di cui mi piacerebbe parlare con te, per vedere insieme se, tutto sommato, c'è un senso."
E' un film lento, lentissimo.
Volutamente così: ti costringe ad ascoltare, a porti in uno stato di quiete, di accettazione, ti costringe a fermarti un attimo, a guardarti bene bene dentro, anche se per poco, solo un infinito istante chè poi - se non sei abituato a certi pensieri, a certe sensazioni - ti viene da scappare davanti a questo sterminato, immenso Vuoto che racchiude tutto.
E il Tutto diventa una cosa sola. Un pantesimo naturalistico che traspare ad ogni delicata inquadratura, ad ogni silenzio, ad ogni sguardo del protagonista. Che rimanda a qualcos'altro, ancora da venire, tramite un passaggio che non è mai punto d'arrivo.
Come un cerchio che si chiude, senza una fine.
Il protagonista, tramite l'elevazione al piano dell'anima, cerca e trova un modo umanamente altissimo di andarsene. Con accettazione, serenità e pace.
"Quando tu guardi il mondo, cos'è che vedi?"
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